Sorgente Pastunè e Santa Libera

 

Quest’oggi siamo a Verzi, frazione di Loano, sita nella prima collina, ai piedi del Monte Carmo.

Il nostro itinerario parte nei pressi della pizzeria “L’Agricola”, storica attività loanese dove si può gustare ogni sera, rigorosamente seguendo l’antica ricetta ligure che prevede l’utilizzo della farina di ceci, una buonissima farinata cotta nel forno a legna. E’ proprio qui accanto che posteggeremo l’auto.

La borgata principale da cui comincia il cammino è Borgata Case che seguiamo in leggerissima salita verso monte fino all’incrocio con Borgata Isola Superiore, sulla sinistra, la percorriamo attraversando un ponte che sovrasta il torrente Nimbalto. La strada continua seguendo una curva e poi un’altra ancora, passando davanti alla piccola chiesetta della Visitazione della Beata Vergine Maria a Santa Elisabetta, meglio conosciuta come Cappella dell’Isola.

La località in cui ci troviamo è caratterizzata da case basse e molto spesso rurali, (alcune molto ben recuperate) muretti a secco, orti e uliveti.

Proseguiamo senza sosta quasi al culmine della via, dove un ponte in cemento riattraversa il rio che ora abbiamo affiancato sulla destra. Lo ignoriamo per soffermarci invece sulla piazzola dove vi è un più caratteristico ponte romano, eretto nei pressi della sorgente “Pastunei” dalla quale riempiamo le borracce.

La zona è molto caratteristica, una sorta di piccola oasi di pace dove rilassarsi ascoltando il fragore delle acque che scorrono verso il mare.
Tra i sassi e le fronde si formano di tanto in tanto pozze d’acqua cristallina dove il riflesso del cielo azzurro le fa sembrare tanti piccoli laghetti.
Ci rimettiamo di buona lena sulla strada principale e ignoriamo, in borgata Molini, la palina che indica “Santa Libera” per proseguire a destra, sempre in leggera salita. Seguiamo il torrente, attraverso un sentiero caratterizzato da zone umide e arbusti bassi.

A colpire la nostra attenzione sono le numerose coltivazioni di piante di eucalipto nella qualità Baby Blue e Cinerea, quasi esclusive di queste zone e della Val Maremola.

Si tratta di una forte tendenza in continua espansione, orientata allo sviluppo della coltivazione del “Verde Ornamentale” chiamato anche “L’Oro Verde” talmente redditizio da spingere talvolta alla riconversione di frutteti e oliveti.

Parallelamente sono nati cooperative e consorzi per il conferimento del verde. Il mercato maggiormente interessato all’acquisto di questo tipo di piante è orientativamente olandese e belga. Periodicamente la potatura delle fronde prende la volta del mercato generale dei fiori di Sanremo per poi partire verso il nord Europa.
Ritornando al percorso, il termine dell’asfalto coincide con la chiusura della strada carrabile per proseguire in seconda battuta su un selciato con evidenti segni di pneumatici di MTB. In corrispondenza di questo bivio ci incuriosisce un orto coltivato a cavoli , con alcune persone che ci lavorano. Da buoni cantastorie sempre in cerca di aneddoti da raccontare, richiamiamo l’attenzione su di noi e ad avvicinarsi è Valentina Pistone, una giovane agricoltrice locale.

Facciamo presto amicizia e le raccontiamo del nostro progetto di valorizzazione del territorio che prevede anche la conoscenza di realtà come la sua.
Valentina, classe 1987, ci invita a varcare il cancello artigianale in legno, composto prevalentemente da tavole di recupero e ci fa accomodare su due cassette della
frutta rovesciate. Ci racconta che la sua azienda agricola “Le Giaie”, fondata insieme ai genitori Silvano e Piera, opera da molti anni nel comprensorio, dividendosi tra Verzi di Loano e Giustenice.
Tipico esempio di azienda frazionata dell’entroterra ligure proprio per l’asprezza del territorio. Valentina ha deciso di mantenere la tradizione rurale e di effettuare, probabilmente contro tendenza, un’agricoltura rispettosa affidandosi quindi molto al lavoro manuale.

Nel 2009 inizia la sua avventura alla guida dell’azienda di famiglia, precisamente tre anni dopo il conseguimento del diploma di Agrotecnico.
Si racconta cosi: “Tante le iniziative ed i miglioramenti intrapresi negli anni, già avviati dai miei genitori, che nei primi anni ’90 costruirono le prime strutture a tunnel consentendo così la coltivazioni di ortaggi durante tutto l’anno e presenti oggi in Borgata Isola Inferiore qui a Verzi. La mia direzione è stata quella di continuare con la stessa passione ciò che con tanta dedizione ed amore hanno iniziato i miei genitori, portando avanti l’attività con i principi etici di un’agricoltura sana, naturale ed il più sostenibile possibile.
Ogni anno mi piace introdurre novità per diversificare l’offerta. Nel 2020 abbiamo iniziato la coltivazione del lampone, dopo un accurato studio e ricerca di varietà pregiata. Attualmente abbiamo intrapreso l’attività di trasformazione dei nostri ortaggi e frutta in conserva, realizzando ad esempio la passata di pomodoro, verdure sott’olio extravergine e composte di frutta all’ 80%. ”
La vendita dei suoi prodotti avviene tutte le mattine direttamente presso il mercatino agricolo di Loano in Piazza San Francesco, o tramite consegna a domicilio, contattandola al numero 339/1481990.

Un incontro fortuito per noi, che aggiunge un grandissimo valore alle risorse che il nostro territorio può vantare.
Salutata Valentina, che per l’occasione ci regala un bel cavolo (non molto comodo nello zaino ma comunque davvero gradito), ci dirigiamo verso la parte finale del Karma Trail, secondo stage facente parte dell’Enduro World Series di MTB più lungo mai realizzato: 8.3km, con quasi 1100 mt di dislivello.
Lo percorriamo, ovviamente a piedi, per circa 400 metri, fino ad un bivio, dove seguiamo la sinistra, abbandonandolo definitivamente.

Una lunga e lieve discesa ci accompagna attraverso il bosco di macchia facendoci perdere un po’di quota sino alla sommità di un vallone pianeggiante, si tratta del monte Marmi di appena 303 mt di altezza.

Da questo punto, nonostante la poca elevazione, possiamo godere comunque di un bellissimo panorama che si estende a 360° su Loano e sul Mar Ligure, impossibile non immortalarlo in qualche scatto. Compiamo una specie di piccolissimo anello ai piedi dell’altura e ritorniamo alla sterrata dove prima abbiamo ignorato una palina (caspita, proprio non l’avevamo vista) che ci instrada verso Santa Libera (20 minuti da qui) attraverso il Sentiero Liguria, tappa 20.

Il bosco prende nuovamente il sopravvento e noi a zig zag lungo alcuni tornanti sfociamo su di una stretta strada asfaltata, via Santa Libera appunto.
La percorriamo in salita tenendo la sinistra e, affiancato un fitto uliveto ben tenuto con alcuni casotti adibiti a rimessaggio, eccoci sullo spiazzo sommitale dove sorge la chiesetta di Santa Libera.
L’intitolazione della chiesetta di Borgata Quarzi a Santa Liberata risale al Settecento. Il culto della Santa era giunto nella località campestre via mare; durante le due guerre che caratterizzarono il XX secolo i giovani loanesi invocarono la protezione della Santa e al temine del secondo conflitto la portarono in processione. Ogni anno, dal 15 al 17 settembre, nel prato antistante il Santuario, si svolge la tradizionale sagra con piatti tipici liguri e alcune specialità della cucina “verzina”, organizzata dall’Associazione Verzi Group.
I resti della Santa li possiamo trovare nella Parrocchia dell’Annunziata sita in Borgata Chiesa a Verzi, dove il parroco Don Angelo Chizzolini è sempre disponibile a raccontarne la storia.
Oltrepassiamo così l’edificio religioso e continuiamo il nostro itinerario sulla panoramica.
In poco meno di un quarto d’ora ci ritroviamo in Località Isola Inferiore che, insieme a Borgarino e Castagnabanca completano le borgate della frazione Verzi di Loano.

Fonte: Due zaini e un camallo.