San Pietro in Varatella

La nostra partenza avviene da uno spiazzo posto su di un tornante sito poco
prima del Giogo di Toirano.
Con noi oggi c’è Anna, mamma della Vale. Una persona davvero simpatica,
energica e sempre allegra. La sua vivacità è superata solo dalla parlantina, senza
eguali. Ora mettetevi nei panni di Luca. Un povero camallo che si porta appresso
non due, ma ben tre zaini, stordito da un incessante chiacchericcio tutto al
femminile! Fortuna che questo è un itinerario breve!
All’imbocco del percorso notiamo il cartello che ci preannuncia “San Pietro in
Varatella”. Si tratta di una strada sterrata pianeggiante che riporta il segnavia
“uguale rosso”. Dopo circa 15 minuti di percorrenza, ad un primo bivio,
proseguiamo sulla via principale, a destra. La sterrata prosegue e termina in su
un ampio piazzale, dove si trovano tavoli e panche in legno. Imbocchiamo sulla
sinistra una carrareccia sassosa, che abbandoneremo nei pressi di un bivio per
prendere, di nuovo a sinistra, un sentiero fiancheggiato da un tubo metallico. Il
sentiero ridotto ad un classico pedonale, si inerpica sul versante della montagna
in salita.

Attraversiamo un piccolo rio alla nostra destra e ci addentriamo nella
vegetazione. Sul percorso incontriamo alcune tracce del “Sentiero Liguria”, e le
seguiamo, giungendo ad un costone roccioso che separa il Monte Ravinét dal
Monte Varatella. Teniamo ancora la destra lungo un ampio sentiero che sale in
diagonale tra gli alberi. La presenza del tubo metallico è sicuramente più
evidente di ogni segnaletica orizzontale e, arrivati ad una spianata sommitale del
Monte Varatella, a circa 890 m, ci troviamo davanti l’abbazia di San Pietro dei
Monti.

Le origini risalgono al secolo VIII. Una leggenda medievale vuole che San Pietro,
fuggito da Antiochia, prima di recarsi a Roma, si fermò in questo luogo e vi trovò
le condizioni ideali per la preghiera e la meditazione. La struttura attuale,
notevolmente modificata, è costituita da un fabbricato in pietra sulla cui facciata
è presente una meridiana dipinta negli anni Ottanta sul modello di una
preesistente andata perduta. Gli interni dell’abbazia sono divisi in diversi locali,
alcuni dei quali adibiti all’ospitalità dei pellegrini. La chiesa è formata da una
navata con volta sostenuta da archi ribassati di epoca romanica. Nella zona del
presbiterio si conserva un affresco del XV secolo raffigurante san Pietro in abiti
pontificali con l’antistante altare in pietra del Finale consacrato nel 1937.
Sul prato antistante all’abbazia ci sono parecchi tavoli e panche perfetti per
trascorrere un piacevole pic-nic.

Troviamo anche alcune altalene artigianali di legno installate in tempi recenti
che la Vale non perde occasione di testare! Spingersi sempre più forte, sempre
più in alto dà proprio la sensazione di immergersi nel blu del Mar Ligure,
godendo di un panorama mozzafiato che vale sicuramente il tragitto percorso sin
qui.

Con il cuore colmo di meraviglia, zaini in spalla (del camallo), ci accingiamo a
ritornare velocemente all’auto in circa 50 minuti percorrendo il tragitto a
ritroso.
Fonte: Due zaini e un camallo.