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PRESS RELEASE (7/08/2015)

Yesterday morning the Mayor of Loano, Luigi Pignocca, met nine SAHRAWI children provenienti dai campi profughi di Tindouf, città del sud-ovest dell’Algeria.

The children are guests of the Little Opera (Villa Maria), where they were welcomed by sister Rosetta.

L’association Fadel Ismail, che cura l’accoglienza per due mesi in Italia del gruppo di bambini, in occasione dell’incontro con il primo cittadino, ha sottolineato le difficili condizioni di vita nei campi profughi sahrawi.

Le donne assieme ai bambini e agli anziani, costituiscono la maggior parte della popolazione dei campi poiché molti uomini sono impegnati nella difesa militare o all’estero. Si dall’inizio dell’esilio le donne sono state l’anima, l’energia, la guida della vita delle tendopoli sahrawi.

Proprio per raccontare e far conoscere di vita quotidiana degli Saharawi nel deserto del Sahara, l’Fadel Ismail Association set up, in Doria Palace, the photo exhibition of Claudio Compagni.

La popolazione sahrawi raccolta nei campi profughi è di circa 200.000 unità.

Il 27 Febbraio 1976 è stata proclamata, in esilio, la R.A.S.D, Repubblica Araba Sahrawi Democratica. Sono state organizzate quattro province a cui è stato dato il nome delle città del Sahara Occidentale che hanno dovuto essere abbandonate per l’occupazione marocchina: Ausserd, Dakla, Smara, El Ayoun.

The camps consist of tents and small buildings where families live and public facilities (hospitals, schools) made of masonry.

La totalità delle forniture alimentari, logistiche e sanitarie provengono dall’ONU, dalla UE e da Organizzazioni Internazionali di aiuto umanitario.

Le caratteristiche climatiche ed ambientali della zona non permettono di sviluppare attività produttive autonome sufficienti al fabbisogno della popolazione. La temperatura supera i 50° in estate e può scendere sotto lo zero in inverno, con una forte escursione termica.

In alcune zone l’acqua è reperibile anche a poca profondità ma presenta un alto tasso di salinità che la rende inadatta all’irrigazione e non potabile per l’allevamento di animali.

Il progetto di accoglienza estiva dei bambini sahrawi è iniziato a Mantova 13 anni fa ed ha per obiettivi:

–          di tipo sanitario, per effettuare esami di laboratorio e visite specialistiche secondo necessità;

–         di tipo alimentare, per un’alimentazione più varia e ricca di cibi freschi (non bisogna dimenticare che il deserto rende difficili o impossibili le coltivazioni e gli allevamenti di animali e che i Sahrawi vivono quasi esclusivamente di aiuti umanitari );

–         di tipo climatico, per allontanarli dal caldo torrido dell’estate nel deserto;

–         di tipo educativo, per offrire ai bambini che vivono l’isolamento dell’esilio, l’esperienza dell’incontro con una cultura diversa dalla loro;-

–         e di promuovere nel mondo una maggiore conoscenza della cultura, delle tradizioni e della storia del Popolo Sahrawi e  del suo diritto all’autodeterminazione..

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