Sens-Abilità differenti: “Piovono mucche” di Luca Vendruscolo

COMUNICATO STAMPA (21/08/2013)

Giovedì 22 agosto, a Loano, prenderà il via la rassegna cinematografica “Sens-Abilità differenti”, promossa dall’Assessorato al Turismo, Cultura e Sport del Comune di Loano e organizzata dalla I.So THeatre con la direzione artistica di Paolo Borio.

Il sottotitolo “Relazioni di cura…cura delle relazioni” introduce al tema sviluppato nelle tre pellicole in programma. Ad inaugurare la rassegna sarà il film “Piovono mucche” di Luca Vendruscolo, che sarà proiettato alle ore 21.30 nell’Arena estiva Giardino del Principe.

Tratto dall’esperienza del regista Luca Vendruscolo come obiettore di coscienza, il mondo degli abitanti della Comunità Ismaele è ritratto con curiosità e vivacità.

Ed ecco la trama: all’interno della comunità per disabili “Ismaele” di Roma giunge, Matteo obiettore di coscienza destinato al servizio civile. Qui convive una variegata comunità di disabili, persone destinate ad un condizionamento nella loro vita quotidiana, ma comunque persone con sentimenti e aspirazioni. Matteo nella comunità incontra coetanei e per lui inizia un’esperienza costruttiva fatta di situazioni di emergenza, di necessità, di turni, di confronti con una difficile realtà.

“Credo che l’idea base di Piovono Mucche – spiega il regista  Luca Vernusco – sia stata quella di raccontare i personaggi disabili come persone non determinate dal loro handicap. Di solito l’handicap costituisce la caratteristica essenziale del personaggio: il suo problema è l’handicap. Credo che i miei personaggi abbiano tanti altri problemi e caratteristiche e poi siano anche disabili. Ma per raccontarli così bisognava superare le barriere di pudore che ci sono intorno alla disabilità. Non ce l’avrei mai fatta se non avessi convissuto per un anno con quelli che sono poi stati i miei attori, imparando da loro stessi a rapportarmi con leggerezza all’handicap.
E credo che avrei scritto un film diverso se avessi passato in comunità meno tempo di quello che ci ho passato. Nell’arco di un anno ho imparato che non serve conoscere teorie sulle varie forme di malattia o di disabilità: non è la patologia che descrive la persona. Ho imparato che ci sono infiniti “stili” diversi nell’essere disabile. Ci sono persone la cui personalità sembra determinata al novanta per cento dall’handicap e persone con handicap più gravi che ti fanno scordare di esserlo, fin dal primo momento. Poi, ed è un momento cruciale, scopri che i disabili non sono come li ha raccontati il cinema. Per chi si era nutrito del cliché del disabile “buono e pensoso” oppure “incazzato con il mondo” questo è un equivoco in cui si cade facilmente. Poi scopri che siamo tutti un po’ disabili. L’ultimo giorno scopri anche quanto è difficile andare via dal luogo in cui hai cercato di non passare un’ora più del dovuto per un intero anno. E anche per questo ci fai un film.”

La rassegna proseguirà con “Si può fare” di Giulio Manfredonia (23 agosto), “Quasi amici” di Olivier Nakache e Éric Toledano (24 agosto).

L’ingresso è gratuito.